Si sentono dire spesso: “Sei troppo sensibile”, sono particolarmente profonde ed empatiche, notano ogni minimo dettaglio, non è raro che soffrano di sovraccarichi emotivi… sono le Persone Altamente Sensibili (PAS). Di sovente considerata un difetto, l’Alta Sensibilità è anche un grande pregio, ma ogni cosa ha un prezzo. Approfondiamo insieme l’argomento.

Immagine di vectorjuice su Freepik

L’Alta Sensibilità come tratto genetico

Il sistema neurologico delle Persone Altamente Sensibili – PAS (o Highly Sensitive People – HSP) funziona in modo particolare: è più attivo e suscettibile, dunque fa sì che gli stimoli vengano percepiti in maniera più intensa e profonda. Infatti, questa speciale categoria di persone è particolarmente empatica e intuitiva, proprio perché possiede geneticamente il tratto dell’Alta Sensibilità.

La profondità dell’elaborazione nelle Persone Altamente Sensibili

“In molte specie – compresi i moscerini della frutta e alcuni pesci – esiste una minoranza di individui altamente sensibili. […] in generale, la minoranza che ha ereditato questa caratteristica della personalità ha adottato una strategia di sopravvivenza che consiste nel prendersi del tempo per controllare, per osservare, per riflettere e per elaborare più profondamente ciò che sta osservando, prima di decidere cosa fare. Una certa lentezza nell’azione, però, non è la caratteristica distintiva di questo tratto di personalità. Quando gli individui ipersensibili vedono che la situazione corrente è simile a una passata, grazie a ciò che hanno imparato riflettendo su di essa sono in grado di reagire a un pericolo o a un’opportunità più velocemente degli altri. Per questo motivo è difficile comprendere l’aspetto più basilare di questo tratto della personalità: la profondità dell’elaborazione” – Elaine Aron.

Le caratteristiche base delle Persone Altamente Sensibili

Le parole della dottoressa Elaine Aron, psicoterapeuta che ha studiato il temperamento ereditario e le relazioni interpersonali, focalizzandosi in particolare sul tema della sensibilità, descrivono quella che può essere considerata la base del comportamento delle Persone Altamente Sensibili, ma è solo la punta dell’iceberg. Si tratta di un argomento così vasto che il suo libro “The Highly Sensitive Person”, pubblicato per la prima volta nel 1996, è stato oggetto di numerose revisioni da parte della stessa autrice, la quale ha continuato ad aggiornarlo per stare al passo con le scoperte fatte negli anni.

La dottoressa Aron non afferma certo che le Persone Altamente Sensibili siano tutte uguali o che agiscano tutte nello stesso identico modo, ma, insieme al marito Arthur Aron, neurologo, delinea le caratteristiche base delle PAS, che si possono riassumere con l’acronimo D.O.E.S.:

  • Depth of processing (processano più profondamente le informazioni);
  • Overarousability (più facilmente soggetti a sovrastimolazione e sovraccarico);
  • Emotional responsiveness/empathy (entrano facilmente in connessione emotiva);
  • Sensitive to subtle stimuli (percepiscono dettagli ambientali/sociali sottili, che ad altri sfuggono).

Alta Sensibilità: pregio o difetto?

Pare, dunque, che le Persone Altamente Sensibili abbiano una marcia in più: infatti, uno studio condotto da S. Suomi nel 1989 sulle scimmie rhesus dimostra che alcune scimmie dal tratto genetico assimilabile all’Alta Sensibilità possono mostrare precocità di sviluppo, resilienza e capacità di leadership. Perché, dunque, le PAS corrono anche un rischio più alto di sviluppare ansia e/o depressione?

Nel 2005, la dottoressa Aron rilevò che le Persone Altamente Sensibili con un’infanzia problematica sono più predisposte a sviluppare una sintomatologia ansioso-depressiva. Spesso, le PAS non hanno un’infanzia felice, in quanto di sovente incomprese. Frasi come: “Sei esagerato”, “sei troppo sensibile”, “non dovresti sentirti così”… non sono estranee alle PAS, le quali crescono sentendosi inappropriate, a disagio, in crisi, sottovalutate a causa dell’etichetta di inadeguatezza che viene loro cucita addosso.

Il prezzo dell’Alta Sensibilità

La stessa dottoressa Aron Afferma: “La sensibilità ha il suo prezzo”. Infatti, se le Persone Altamente Sensibili imparano dalle esperienze, in caso di esperienze passate particolarmente negative, le PAS potrebbero tendere a generalizzare, applicando strategie di evitamento quando si trovano di fronte a situazioni che ricordano loro le sensazioni negative del passato. Tutto ciò genera spesso ansia e porta all’elevata possibilità che il sistema nervoso delle Persone Altamente Sensibili  si sovraccarichi: tutti noi abbiamo un limite relativamente alla quantità di informazioni e stimoli che possiamo ricevere prima di sentirci oberati, sfiniti o sopraffatti, ma le PAS lo raggiungono prima.

La terapia EMDR per le Persone Altamente Sensibili

La terapia EMDR per le PAS inizia con una raccolta accurata della storia di vita del paziente per identificare gli eventi target che possono collegarsi alle situazioni temute nel presente. All’interno di un setting terapeutico sicuro, la persona può esplorare il proprio passato, divenendo consapevole dei propri meccanismi relazionali, psicologici e fisiologici.

In seguito, si procede con la progressiva desensibilizzazione dei target individuati attraverso la stimolazione bilaterale alternata (movimenti oculari, cuffie, manopole), partendo dai trigger più antichi, fino ad arrivare a quelli presenti e futuri.

L’EMDR sollecita l’ecologico sistema di elaborazione adattiva delle informazioni e innesca i naturali processi di “auto-guarigione” del cervello, ristrutturando e integrando gradualmente le memorie traumatiche in modo funzionale, lavorando in parallelo per rafforzare le risorse individuali in modo da aprire nuovi, possibili scenari futuri per il paziente.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com