Cambiamenti dell’appetito, nausea, bruciore di stomaco… sono solo alcuni dei sintomi psicosomatici che proviamo quando determinati stati d’animo o momenti negativi della nostra vita influenzano il nostro corpo facendoci provare dei sintomi fisici connessi al nostro malessere psicologico. Ma com’è possibile che mente e corpo siano connessi in maniera così stretta? In quest’articolo, indaghiamo sui disturbi gastrointestinali psicosomatici.

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Cause e sintomi

Spesso, chi ha disturbi d’ansia presenta anche problemi all’apparato digerente: gonfiore addominale, mal di stomaco, stipsi, dissenteria, mancanza di appetito, nausea, vomito… lo stress può far provare un disagio tale da manifestarsi anche attraverso il corpo. E se questa modalità di reazione alle difficoltà diventa abituale, la qualità della vita potrebbe notevolmente peggiorare.

Si può parlare di disturbi gastrointestinali psicosomatici solo dopo aver accertato grazie a esami medici specialistici che la causa dei sintomi non sia organica.

La mente e il corpo sono strettamente connessi e quando lo stress si manifesta con sintomi fisici, questi ultimi riguardano spesso lo stomaco e l’intestino. Ecco qualche esempio:

  • Bruciore di stomaco
  • Gonfiore addominale
  • Cambiamenti dell’appetito
  • Nausea e vomito
  • Meteorismo
  • Diarrea
  • Sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco

I due cervelli

I disturbi gastrointestinali psicosomatici portano a pensare che fra stomaco/intestino e cervello vi sia una stretta connessione.

Effettivamente, diverse ricerche scientifiche della Columbia University di New York hanno evidenziato che l’intestino contiene milioni di cellule e fibre neuronali che costituiscono un vero e proprio sistema nervoso autonomo in grado di integrare e di elaborare gli stimoli ricevuti dal corpo interagendo con il sistema nervoso centrale. Ciò significa che cervello e intestino si influenzano reciprocamente, determinando il benessere psico-fisico della persona.

Il cervello e l’intestino sono due organi talmente connessi che vengono definiti rispettivamente “grande cervello” e “piccolo cervello”, dove il primo è più razionale, il secondo è più emotivo, “di pancia”, appunto.

Questi due sistemi nervosi interagiscono tra loro anche attraverso il sistema simpatico (che si attiva durante il pericolo) e il sistema parasimpatico (che agisce in stato di rilassamento). Non è un caso che quando si è tranquilli, l’apparato digerente funzioni bene, mentre di fronte a un potenziale pericolo si possa incorrere in fenomeni come nausea o diarrea, caratteristici di una situazione di presunta minaccia, in cui spesso lo stomaco si reagisce prima ancora del cuore.

La connessione tra cervello e sistema digestivo è molto intensa, dunque. Il tratto gastrointestinale è molto sensibile alle emozioni, emozioni che, evidentemente, sono in grado di innescare una serie di sensazioni fisiche che in alcuni casi diventano veri e propri disturbi. Problemi come ansia e stress possono avere un ruolo molto rilevante nell’insorgenza di patologie gastrointestinali e cronico-infiammatorie, come Sindrome da colon irritabile, Morbo di Crohn, colite, gastrite e gastroenterite.

Uno tra i disturbi gastrointestinali psicosomatici più diffusi

La Sindrome da colon irritabile è tra i disturbi gastrointestinali psicosomatici più diffusi e dall’impatto più negativo sulla vita quotidiana. Uno studio ha, infatti, evidenziato che circa il 60% dei pazienti affetti dalla Sindrome da colon irritabile soffre anche di patologie psicologiche come ansia generalizzata e depressione. Ciò sottolinea, ancora una volta, la chiara sovrapposizione tra condizioni mentali e sintomi gastrointestinali.

Disturbi gastrointestinali psicosomatici e psicoterapia

Quando ansia e stress cominciano a condizionare la propria vita fino a provocare disturbi gastrointestinali psicosomatici cronici, è necessario cercare aiuto. La psicoterapia è efficace nell’alleviare questi sintomi, lavorando sulle emozioni e sui pensieri disfunzionali che alimentano il malessere. Attraverso l’esplorazione e la gestione dello stress e delle risposte emotive, la psicoterapia lavora sull’intensità dei sintomi per migliorare la qualità della vita. Attraverso un percorso psicoterapico mirato si possono, appunto, apprendere delle strategie per gestire le situazioni di ansia e stress, acquisire gli strumenti necessari per comprendere la radice psicologica del problema e risolvere i sintomi fisici.

La terapia EMDR

In un contesto di disturbi gastrointestinali psicosomatici in cui il sistema nervoso intestinale (o “piccolo cervello”) è direttamente influenzato dallo stato emotivo del paziente, la terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), originariamente sviluppata per trattare il Disturbo da stress post-traumatico, si è dimostrata efficace nel migliorare i sintomi fisici correlati ai traumi, all’ansia e allo stress. Con l’aiuto di determinati movimenti oculari e specifiche tecniche di rielaborazione dei ricordi, l’EMDR mira a ridurre l’impatto negativo delle emozioni sull’organismo, contribuendo, così, a un miglioramento sia emotivo, sia fisico.

Come affermava Friedrich Nietzsche: “Vi è più ragione nel tuo corpo che nella tua migliore saggezza”. Non sottovalutiamo, dunque, i segnali che il nostro corpo ci dà, perché potrebbero rappresentare la scintilla che porta ricercare la piena consapevolezza di sé e la guarigione dai traumi.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com