Manipolazione, ricatti e paura sono al centro del cosiddetto traumatic bond: rapporto affettivo tossico di cui non è facile rendersi conto e dal quale può essere complesso uscire.

Traumatic bond
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In cosa consiste un traumatic bond

L’espressione traumatic bond indica un profondo legame tra individui contraddistinto dall’alternanza tra modalità abusive e momenti di tenerezza messi in atto da un narcisista patologico che rende difficile all’altra persona sia vivere la relazione serenamente, sia chiuderla definitivamente. Questo tipo di relazione non concerne solo le coppie, ma può riguardare due amici, due colleghi, o addirittura genitore e figlio.

Quando una relazione non si basa su sentimenti, emozioni e atteggiamenti positivi come l’amore, il rispetto, la fiducia e la stima reciproci, ma su ricatti emotivi, morali e fisici, paure, manipolazione, abusi, punizioni e ricompense, si tratta di una relazione insana, distruttiva e pericolosa. Chi la vive, però, non sempre riesce a capire di trovarsi all’interno di una relazione tossica.

Riconoscere un traumatic bond

La consapevolezza è fondamentale per contrastare il traumatic bond. È necessario imparare a riconoscere le red flags e adottare le strategie giuste per proteggersi e riuscire a uscire dalla relazione. Solitamente, il “carnefice” in questo tipo di rapporti è una persona che presenta il disturbo del narcisismo patologico e che, dunque, mette sempre se stessa al centro della relazione, ignorando i bisogni dell’altro e arrivando a disprezzare la persona che ha accanto, della cui totale ammirazione, però, ha un costante bisogno.

Ecco alcune possibili red flags di una relazione con un narcisista patologico:

  • Pretesa che il partner sia sempre disponibile e rifiuto del fatto che abbia i suoi spazi, i suoi interessi e altre relazioni affettive;
  • Controllo di messaggi e telefonate;
  • Pensiero mai rivolto ai sentimenti e ai bisogni dell’altro;
  • Pretesa che il partner compia continui gesti (anche plateali) che manifestano adorazione.

L’inizio di una relazione tossica

Solitamente, una relazione tossica inizia con la fase di esaltazione ed eccitazione in cui la sicurezza manifestata dal narcisista patologico attrae inesorabilmente la vittima che, quando lo “conquista”, si sente enormemente fortunata. Spesso, avviene tutto molto velocemente e il susseguirsi degli eventi è così rapido da travolgere la vittima. Ma questa parentesi positiva, purtroppo, è molto breve: presto, arriveranno manipolazioni, ricatti, abusi che daranno vita a un terribile circolo vizioso. Si sviluppa, così, il traumatic bond. Quella che all’inizio sembra una romantica storia d’amore a lieto fine, infatti, si trasformerà velocemente in una relazione distruttiva e pericolosa che rende inconsapevole la vittima, la quale si abitua agli schemi tossici considerandoli “normalità”, trovando sempre dei motivi per giustificare il comportamento dell’altro.

La persona intrappolata in un traumatic bond ha, a sua volta, un costante bisogno dell’approvazione del manipolatore, a tal punto che lo schema di punizioni/ricompense attuato crea dubbi e paure nella vittima rendendola, così, dipendente.

Rompere il circolo vizioso

Uscire da un traumatic bond non è impossibile, ma è necessario trovare la forza per:

  • Rompere definitivamente ignorando telefonate, e-mail e messaggi (non avere più contatti serve a non ricadere nei vecchi schemi negativi);
  • Chiedere aiuto e sostegno emotivo alle persone care;
  • Non avere rimpianti e non cadere nell’errore del “e se…”;
  • Lavorare su autostima e fiducia in se stessi;
  • Affidarsi a uno psicoterapeuta.

L’EMDR per superare un traumatic bond

La Terapia EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing) consente di intervenire in maniera diretta sulle esperienze traumatiche per rielaborarle e gestirle. Questo metodo, infatti, lavora sui ricordi disturbanti, consentendo la presa di coscienza del disturbo, la motivazione al miglioramento e la ricollocazione dei ricordi traumatici. L’EMDR interviene, quindi, su passato (esperienze traumatiche), presente (gestione della situazione) e futuro (consolidamento delle strategie adattive corrette e prevenzione dalle ricadute), con l’obiettivo di costruire una forte autostima e un’alta percezione di sé.

Grazie alla Terapia EMDR:

  • Si individuano i traumi a livello delle relazioni di attaccamento;
  • Si rintracciano e si desensibilizza l’esperienza traumatica;
  • Si rafforzano le risorse innate adatte a costruire l’autostima;
  • Si individuano e si disinnescano i potenziali trigger che possono portare a ricadere negli schemi negativi del passato.

Dott.ssa Federica Majore
Psicologa del Comportamento Alimentare
Psicoterapeuta
3924131042
federica.majore@gmail.com